In Brasile come in Francia, il Movimento Parnassiano
nacque come reazione agli eccessi del Romanticismo. La cosiddetta
"Tríade Parnasiana" di poeti brasiliani, Olavo
Bilac (1865-1918), Raimundo Correa (1860-1911) e Alberto de
Oliveira (1859-1937) scrissero raffinati poemi dove la personalità
dell'autore e i temi sociali risultavano completamente annullati.
Machado de Assis (1839-1908), notoriamente riconosciuto come
il maggior scrittore brasiliano del diciannovesimo secolo, deve
la fama al carattere universale dei suoi romanzi e saggi. Ancora
oggi, Machado de Assis rimane uno dei più importanti
ed influenti romanzieri brasiliani. I suoi lavori rappresentano
una felice sintesi dello stile romantico con quello realista,
quale si realizzò in Europa nelle figure del francese
Emile Zola e del portoghese Eça de Queiroz. La prosa
dì Euclides da Cunha (1866-1908) è impegnata a
dar vita ad una letteratura che ritrae la realtà sociale
del Brasile, come il famoso lavoro 0s Sertões, nel 1902,
che racconta di una rivolta nel Nordest del Paese capeggiata
da un fanatico religioso.
Alla fine del secolo la letteratura brasiliana fu attratta dal
Movimento Simbolista, rappresentato dai poeti Cruz e Souza (1861-1893)
e Alphonsus de Guimarães (1870-1921). I Simbolisti erano
interessati al misticismo e usavano la metafora e l'allegoria
per esprimere le loro idee.
Con l'inizio del ventesimo secolo, gli artisti brasiliani furono
conquistati da un flusso di idee nuove, che culminò con
la celebrazione della Settimana dell'Arte Moderna a San Paolo.
Questo nuova tendenza innescò una rivoluzione nel mondo
dell'arte, che faceva appello al sentimento di orgoglio del
folclore, della storia e della etnia nazionali. 1 partecipanti
alla Settimana dell'Arte Moderna ricorsero a forme di sperimentazione
artistica analoghe a quelle che altrove presero il nome di Cubismo,
Futurismo e Dadaismo. Il poeta Menotti del Pichia riassunse
gli scopi del nuovo movimento artistico con queste parole: "Noi
vogliamo luce, aria, ventilatori, aeroplani, richieste dei lavoratori,
idealismo, motori, ciminiere di fabbriche, sangue, velocità,
sogno nella nostra Arte." Il più importante rappresentante
della fase letteraria dì questo movimento fu Mário
de Andrade (1893-1945), che scrisse poesie, saggi letterari,
artistici, musicali, sul folclore del Brasile oltre a Macunaíma,
che egli stesso definì "una rapsodia e non un romanzo".
Oswald de Andrade scrisse invece una serie di poemi intitolata
Pau-ßrasil, che analizza la cultura, le superstizioni,
la vita familiare con un linguaggio semplice, scarno e, per
la prima volta nella poesia brasiliana, venato di humour.
Il passaggio verso forme più spontanee di letteratura
è rappresentato da Carlos Drummond de Andrade (1902-1987),
che con molta ironia operò una disamina minuziosa dei
costumi dell'epoca, e Manuel Bandeira (1886-1968), il quale
creò associazioni linguistiche sulla base di proverbi
e modi di dire popolari. Bandeira desiderava che la sua ultima
poesia "fosse eterna e che esprimesse la più semplice
e la meno intenzionale delle cose".
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