L'immigrazione
del secolo scorso, e il forte incremento demografico, oggi comunque
in costante diminuzione, (si calcola secondo gli ultimi dati
dell'estate del 2000, intorno allo 0,94%) hanno fatto raggiungere
al Brasile, una popolazione ben presto elevatissima, che dai
9,9 milioni del 1872, e passata ai 30,6 milioni del 1920, ai
41,2 milioni del 1940, agli oltre 170 milioni di oggi. Il Brasile
rimane una delle nazioni meno densamente popolate della terra,
con forti concentrazioni umane soprattutto lungo la fascia costiera
e nelle grosse città. I brasiliani sono una mescolanza
di sangue europeo, africano, amerindo, asiatico e mediorientale,
derivanti dai flussi migratori e dall'importazione degli schiavi
introdotti dai coloni portoghesi. Gli Indios, secondo le ultime
stime, sono circa 200.000, concentrati per lo più in
centinaia di tribù, che abitano la zona dell'Amazzonia,
ancora oggi lottano per la sopravvivenza della loro cultura,
si calcola che almeno 40 di loro non siano mai entrate in contatto
con stranieri.
Nello Stato di Santa Catarina la predominante è italiana,
con circa il 55% della popolazione, il secondo gruppo etnico
per numero di componenti è quello tedesco e austriaco
con circa il 35%. Il restante 10% è costituito da giapponesi,
mediorientali, in maggioranza libanesi, polacchi azzorriani
e cechi.
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