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Il territorio del Brasile era abitato in origine da popolazioni amerinde seminomadi, appartenenti alle tribù degli arawak, tra le quali i caribi, stanziati nelle regioni settentrionali, e i tupí-guaraní che vivevano lungo la costa orientale e nella valle del Rio delle Amazzoni.

L'esplorazione europea e i primi coloni
Nell'aprile del 1500 il navigatore portoghese Pedro Alvares Cabral raggiunse le coste brasiliane, rivendicate formalmente alla Corona di Lisbona col nome di Terra da Vera Cruz.
Dopo il 1530 il re portoghese Giovanni III diede inizio alla colonizzazione del paese, che fu diviso in distretti o capitanerie, inizialmente affidati a eminenti personaggi di corte e, in seguito, all'autorità di un governatore generale. Il primo di questi, Thomé de Souza, giunto in Brasile nel 1549, organizzò un sistema di governo centralizzato con capitale nella città di Salvador, o Bahia; per ovviare alla scarsità di manodopera, i portoghesi ricorsero molto presto all'importazione di schiavi dall'Africa.

Il governo spagnolo e le incursioni olandesi
Quando nel 1580 Filippo II, re di Spagna, acquisì anche la Corona portoghese, i possedimenti brasiliani vennero coinvolti nelle azioni di guerra mossegli contro da inglesi e olandesi. Nel 1624 questi ultimi si impadronirono della città di Bahia, riconquistata un anno dopo da un esercito composto da spagnoli, portoghesi e amerindi. Nel 1630 una nuova spedizione patrocinata dalla Compagnia olandese delle Indie Occidentali attaccò Pernambuco (attuale Recife); fecero seguito altre azioni militari che assicurarono agli olandesi il controllo della maggior parte del territorio compreso tra l'isola di Maranhão e il basso corso del São Francisco. Sotto l'efficace governo del conte Joan Mauritz van Nassau-Siegen, la zona occupata sviluppò presto un'economia fiorente, ma, dopo le dimissioni del governatore, entrato in conflitto con la dirigenza della Compagnia nel 1644, e un lungo braccio di ferro protrattosi sino al 1661, i coloni portoghesi si riappropriarono del territorio e gli olandesi rinunciarono formalmente a qualsiasi ulteriore rivendicazione su territori brasiliani.



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