L'impero del Brasile
Pietro I, sovrano autocrate, perse presto il credito di popolarità
inizialmente goduto presso i suoi sudditi. Nel 1823 sciolse
l'Assemblea costituente da lui stesso voluta per promulgare
la Carta fondamentale della nuova nazione indipendente (marzo
1824). L'anno successivo il sostegno argentino a una rivolta
della Banda Orientale fu causa di un conflitto al termine del
quale il Brasile concesse l'indipendenza ai territori che si
costituirono nella repubblica dell'Uruguay (1828). Sempre più
pressato dalle critiche e dall'opposizione popolari, nell'aprile
del 1831 l'imperatore abdicò in favore del figlio di
cinque anni Pietro II. Dopo una fase di interregno che durò
fino al 1840, il giovanissimo re si rivelò un politico
e uno statista abilissimo; promosse nuove esplorazioni, inaugurò
reti di trasporto ferroviario e marittimo e promulgò
una serie di riforme agrarie. Offrì inoltre sostegno
ai rivoluzionari in guerra contro il dittatore argentino Juan
Manuel de Rosas e, alleatosi con l'Argentina e l'Uruguay, vinse
una guerra contro il Paraguay, durata dal 1865 al 1870.
Il principale problema che l'imperatore dovette affrontare fu
tuttavia quello dell'abolizione della schiavitù nel paese.
L'importazione di nuovi schiavi dall'Africa fu dichiarata illegale
nel 1853 e negli anni successivi fu lanciata una campagna per
l'emancipazione dei due milioni e mezzo di schiavi che incontrò
fortissime resistenze da parte dei proprietari terrieri ed ebbe
esito soltanto nel maggio del 1888.
La prima repubblica
Nel novembre del 1889 una rivolta militare guidata dal generale
Manuel Deodoro da Fonseca obbligò Pietro II a rinunciare
al trono. Proclamata la repubblica, con Fonseca capo del governo
provvisorio, furono promosse alcune riforme strutturali, come
la separazione tra Chiesa e Stato, e nel 1891 fu promulgata
una nuova Costituzione federalista sul modello di quella degli
Stati Uniti d'America.
I primi anni della nuova repubblica furono caratterizzati da
una grave e permanente turbolenza politica interna, anche a
seguito della mancanza di esperienza e di tradizioni democratiche
della nazione. Nel 1891 politiche e metodi arbitrari del presidente
Fonseca sollevarono una forte opposizione in seno al Congresso,
da lui sciolto agli inizi di novembre per stabilire un regime
di tipo dittatoriale. Una rivolta della Marina, nel medesimo
mese di novembre, lo obbligò a dimettersi in favore del
suo vice, Floriano Peixoto. Anche Peixoto stabilì un
regime dittatoriale che dovette affrontare una serie di sollevazioni
nel sud del paese.
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