La restaurazione del governo civile
Nel 1985 Tancredo Neves fu il primo presidente civile eletto
in poco più di un ventennio; morì prima di assumere
l'incarico e fu sostituito da José Sarney. Questi prefigurò
la necessità di drastiche misure di austerità
per sradicare l'inflazione e far fronte allo schiacciante debito
estero; coscienti infine che l'uscita dalla crisi economica
non poteva avvenire che contestualmente al mutare anche del
quadro politico nazionale, i militari acconsentirono nell'ottobre
del 1988 alla reintroduzione dell'elezione diretta del presidente.
Un anno dopo, il rappresentante del Partito conservatore di
ricostruzione nazionale, Fernando Collor de Mello, ebbe così
accesso alla presidenza della repubblica. Il suo programma per
combattere l'inflazione ebbe come conseguenza la più
grave recessione del decennio, mentre la sua popolarità
crollò a seguito della messa in stato d'accusa per corruzione,
che lo spinse alle dimissioni. Gli subentrò Itamar Franco
che riuscì a frenare l'inflazione e a rilanciare l'economia,
svolta simboleggiata dall'introduzione della nuova valuta nazionale,
il real, e che contribuì a consolidare in parte le ancora
giovani istituzioni democratiche brasiliane.
Sviluppi recenti
Alla fine del 1994 è stato eletto alla presidenza Fernando
Henrique Cardoso, già ministro delle Finanze del governo
di Itamar Franco, che ha sconfitto il candidato delle sinistre
Luis Inázio da Silva (detto "Lula"). Di idee
socialdemocratiche e riformiste, Cardoso si è a poco
a poco convertito alle tesi neoliberiste sostenute dai suoi
alleati di governo. La messa in opera di un ampio programma
di privatizzazioni e di smantellamento dello stato sociale gli
ha consentito di battere l'iperinflazione e di difendere il
real, ma ha aggravato i problemi sociali e la disoccupazione
è aumentata di quasi l'1% al mese tra il 1997 e il 1998
(nello stato di São Paulo, uno dei più industrializzati
del paese, il tasso di disoccupazione è arrivato nel
1998 al 16,5%).
Nell'ottobre 1998, sostenuto da tutte le forze moderate, Cardoso
è stato rieletto alla presidenza del Brasile con il 53%
dei voti; lo sfidante di Cardoso è stato ancora "Lula",
che ha ottenuto il 32% dei voti. La crisi finanziaria, di cui
si erano percepiti i segnali durante tutto il 1998, si è
abbattuta sul Brasile all'indomani delle elezioni presidenziali
per trasformarsi in vera tempesta nel gennaio 1999. Infatti,
dopo l'accordo con il Fondo monetario internazionale per un
prestito di 41 milioni di dollari (concesso per sostenere l'economia
brasiliana contro gli effetti negativi della crisi asiatica
e russa) e dopo un lungo periodo di speculazioni che avevano
bruciato più di 40 milioni di dollari, agli inizi del
1999 il Brasile è stato costretto a lasciar fluttuare
il real, che ha immediatamente perso il 40% del suo valore.
A distanza di cinque anni dal lancio del "piano real"
lo sviluppo del Brasile è oggi fortemente condizionato
da un enorme indebitamento pubblico (350 milioni di dollari,
metà del prodotto interno lordo) e dalla ricomparsa della
recessione.
Per protestare contro la politica economica di Cardoso, il Movimento
dos sem terra ("Movimento dei senza terra", un'associazione
contadina nata negli anni Ottanta che rivendica una più
equa distribuzione delle terre statali, attualmente appannaggio
di pochi latifondisti) ha organizzato una singolare "Marcia
popolare per il Brasile"; un migliaio di membri dell'associazione,
partiti a luglio 1999 da Rio de Janeiro, hanno raggiunto a ottobre
Brasilia dopo aver percorso più di mille e cinquecento
chilometri. Agli inizi del 2000 il Brasile ha festeggiato il
500° anniversario della sua scoperta; l'evento è
stato commemorato dagli indios, che lo considerano l'inizio
del loro sterminio, con una serie di manifestazioni di protesta.
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